FAITES INTERNES 1:CONTINUATION 284

27 APRILE 2015:UKRANIA(E OCCIDENTE)

-RICEVO E INOLTRO:imolaoggi.it

Avvertimento al mondo: la follia degli USA e della NATO – Imola Oggi

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DI PAUL CRAIG ROBERTS

Herbert E. Meyer, un pazzo che per un periodo aveva  occupato il ruolo di assistente speciale del direttore della CIA durante l’amministrazione Reagan, ha scritto un articolo invitando all’assassinio del presidente russo Vladimir Putin. Se dobbiamo “farlo uscire dal Cremlino con i piedi in avanti e un foro di proiettile nella nuca, non avremmo problemi”.

Come il folle Meyer spiega, il delirio che Washington ha diffuso nel mondo non ha limiti. Jose’ Manuel Barroso, messo alla presidenza della Commissione Europea come burattino degli USA, ha dissimulato la sua recente telefonata confidenziale con il presidente Putin dicendo ai media che Putin aveva lanciato la sua minaccia: “Se volessi, potrei prendermi Kiev in due settimane”.

Chiaramente, Putin non ha minacciato nessuno. Una minaccia non sarebbe coerente con l’intero approccio attendista di Putin alla minaccia strategica che Washington e i suoi burattini della NATO hanno mosso alla Russia in Ucraina. Il rappresentante permanente della Russia all’UE, Vladimir Chizhov, ha detto che se la menzogna di Barroso non verrà ritrattata, la Russia divulgherà la registrazione dell’intera conversazione.

Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la disparità tra le forze russe ed ucraine sa più che bene che alla Russia servirebbero 14 ore e non 14 giorni per prendersi l’Ucraina. Basta ricordarsi cosa successe all’armata georgiana addestrata ed armata da USA e Israele quando Washington aveva piazzato i suoi bambolotti georgiani nell’Ossezia del sud. Le forze georgiane sono collassate sotto il contrattacco russo in 5 ore.

La bugia che la marionetta di Washington Barroso ha raccontato non è degna di una persona rispettabile. Ma dove in Europa c’è qualcuno di rispettabile al potere? Da nessuna parte. Le poche persone serie sono del tutto fuori dai centri di potere. Consideriamo il Segretario Generale della NATO, Anders Rasmussen. Era il Primo Ministro della Danimarca che ha capito che avrebbe potuto salire oltre diventando una marionetta degli USA. Come Primo Ministro aveva fortemente supportato l’invasione illegale dell’Iraq, dichiarando “sappiamo che Saddam Hussein possiede armi di distruzione di massa”. Ovviamente lo stolto non aveva idea di quello che stava dicendo e cosa poteva importare se l’Iraq avesse quelle armi o meno. Molte nazioni possiedono armamenti di quel tipo.

Secondo la regola che chi serve Washington fa carriera, Rasmussen ne ha fatta.

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Il problema del mettere in certe posizioni dei mentecatti è che essi rischierebbero il mondo per la loro carriera. Ora Rasmussen ha messo a rischio la sopravvivenza di tutta l’Europa Occidentale ed Orientale. Rasmussen ha annunciato la creazione di una forza speciale di attacco capace di operazioni lampo in Russia. Ciò che il burattino di Washington chiama “il piano di azione immediata” è giustificato come una risposta “all’atteggiamento aggressivo della Russia in Ucraina”.
La “forza d’attacco fulminea” di Rasmussen verrà spazzata via così come ogni capitale europea. Che tipo di idiota provoca in questo modo una superpotenza nucleare?

Rasmussen parla dell’ “atteggiamento aggressivo della Russia” ma non ne ha prova. La Russia se ne è stata in disparte mentre il governo marionetta di Kiev ha accerchiato e bombardato insediamenti civili, ospedali, scuole e lanciato una serie costante di bugie contro la Russia. La Russia ha respinto le richieste delle province ora indipendenti del sud e dell’est Ucraina, in passato territori russi, di venire nuovamente annesse. Come i lettori sanno, giudico la decisione di Putin un errore, ma gli eventi potrebbero dire che mi sbagliavo e per me va bene. Per ora, il fatto è che ogni atto di aggressione è una conseguenza del supporto di USA e UE ai nazisti di Kiev. Sono le milizie naziste ucraine ad attaccare i civili nei territori che appartenevano alla Russia. Molti militari ucraini hanno disertato a favore delle repubbliche indipendenti.

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Sì, nazisti. L’Ucraina dell’ovest è la dimora delle divisioni ucraine delle SS che combatterono al fianco di Hitler. Oggi le milizie organizzate dal Right Sector e altri partiti politici di destra indossano la divisa delle divisioni ucraine delle SS. Queste sono le persone che Washington e l’UE sostengono. Se i nazisti ucraini potessero vincere contro la Russia, e non possono, si rivolterebbero all’occidente, esattamente come l’ISIS, creato da Washington, e che Washington ha sguinzagliato contro Siria e Libia. Ora l’ISIS sta ricreando un medio oriente unito e Washington non sembra in grado di reagire.

William Binney, un ex ufficiale dell’NSA ha scritto alla cancelliera tedesca Angela Merkel avvertendola di difendersi dalle menzogne di Obama al prossimo summit della NATO in Galles. Gli ufficiali dell’intelligence statunitense avvertono la Merkel di ricordarsi delle “armi di distruzione di massa” irachene e di non farsi ingannare nuovamente, entrando stavolta in conflitto con la Russia.

La domanda è: chi rappresenta la Merkel? Washington o la Germania? Fino ad ora ha rappresentato Washington, non gli interessi dell’economia tedesca, non il popolo tedesco, non la Germania come nazione. Qui si può vedere una protesta a Dresda in cui una folla ostacola un discorso della Merkel gridandole “kriegstreiber” (guerrafondaia), “bugiarda” e “nessuna guerra contro la Russia”.

Il mio professore di dibattito all’università, che è diventato un alto ufficiale del Pentagono con il compito di terminare la guerra in Vietnam, in risposta alla mia domanda su come Washington faccia sempre fare all’Europa ciò che vuole ha detto “soldi, diamo loro soldi”. “Aiuti stranieri?” ho chiesto. “No, diamo ai politici europei un sacco di soldi. Loro sono in vendita. Noi li compriamo. Loro ci rendono conto”. Forse ciò spiega i 50 milioni di dollari guadagnati da Blair in un anno con il suo ufficio.

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I media occidentali, la più grande casa chiusa del mondo, agognano la guerra. Il consiglio editoriale del Washington post, un giornale-trofeo nelle mani del proprietario miliardario di Amazon.com, ha pubblicato un editoriale il 31 di Agosto che sbrodolava tutte le bugie di Washington (e del Post) su Putin.

Il proprietario di Amazon dovrebbe sapere come commercializzare prodotti su Internet, ma non ha speranza se si tratta di dirigere un giornale. I suoi editori al Post hanno reso il suo trofeo uno zimbello mondiale.

Qui ci sono le accuse senza senso mosse dagli editori che il miliardario ha messo a capo del suo quotidiano:
Putin, amaramente risentito per la perdita di potere dal collasso del blocco sovietico, ha “resuscitato la tirannia” della Grande Menzogna per ricostituire l’impero Russo. “Milizie ucraine sovvenzionate dai russi” sono responsabili dell’  abbattimento del volo malese a Luglio”. I “media controllati dal governo russo” hanno mentito e mistificato alla popolazione russa i responsabili dell’accaduto.

“In assenza di report liberi ed indipendenti, pochi Russi realizzano che soldati ed armamenti russi sono in azione in Ucraina dell’est, anche se (come in Crimea) mostrano uniformi e veicoli riportanti segni identificativi e targhe. Senza media liberi, i Russi sono abbandonati a difendersi da soli contro una tempesta di informazioni mendaci”.
“La Grande Bugia di Putin mostra come sia importante sostenere la stampa libera dove ne esiste una e sbocchi come Radio Free Europe che portano la verità a chi ne ha bisogno.”

Come ex editore del Wall Street Journal, posso dire con assoluta certezza che una propaganda di questo tipo, spacciata per editoriale sarebbe conseguita nell’immediato licenziamento di tutte le persone coinvolte. Nei miei giorni nello staff del Congresso, il Washington Post veniva considerato una risorsa della CIA. Ora è decaduto ben sotto quello status.
Ho visto molta propaganda nei media nella mia vita, ma questo editoriale è la ciliegina sulla torta. Mostra come o gli editorialisti siano degli ignoranti oppure completamente corrotti e come diano per scontato che i loro lettori siano completamente ignoranti. Se unità militari russe fossero in azione nell’Ucraina dell’est, la situazione sarebbe esattamente come dicono Alexander Zakharchenko e Dmitry Orlov. L’Ucraina non esisterebbe più. L’Ucraina sarebbe ancora una parte della Russia, come secoli prima che Washington sfruttasse il crollo dell’Unione Sovietica per separarla.

La domanda è: quando durerà la pazienza russa di fronte alle continue bugie e provocazioni dell’occidente? Non importa quanto la Russia si contenga, è accusata del peggio. Dunque, potrebbe anche reagire al peggio.

A che punto il governo russo deciderà che le menzogne di Washington, con quelle dei suoi bambolotti europei e dei media occidentali, rendono inutili gli sforzi della Russia di risolvere la situazione con la diplomazia e un comportamento non aggressivo? Dato che la Russia è continuamente falsamente accusata di invadere l’Ucraina, quando il governo russo deciderà che visto che la propaganda occidentale ha stabilito che la Russia ha invaso l’Ucraina, ha imposto sanzioni e installato nuove basi militari ai confini russi per la presunta invasione, potrebbe proseguire e sbarazzarsi del problema che Washington gli sta creando e invadere davvero?

Non c’è nulla che la NATO possa fare se la Russia decide che un’Ucraina nelle mani di Washington è una minaccia strategica troppo grande per i propri interessi e la reincorporasse dove già si era trovata per secoli. Qualsiasi forza d’intervento della NATO inizierebbe una guerra che non potrebbe vincere. La popolazione tedesca, memore delle conseguenze della guerra contro la Russia, ribalterebbe il governo burattino di Washington. La NATO e la UE crollerebbero se la Germania si staccasse dall’assurdo costrutto asservito agli interessi di Washington a spese dell’Europa.

Una volta che ciò accada, il mondo avrebbe pace. Ma non fino a quel momento.

Per coloro ai quali interessa capire come funziona il mondo della menzogna, il governo-burattino di Washington a Kiev attribuisce la sconfitta delle proprie forze militari nella repubblica di Donetsk alla presenza di militari russi nelle forze nemiche. Questa è la propaganda sfoggiata dagli Ucraini dell’ovest e dalle puttane della stampa occidentale [“presstitute” gioco di parole tra press-stampa e prostitute-prostituta NdT], un manipolo di prostitute che ripetono a pappagallo la propaganda senza alcun tipo di indagine. Kiev non può ricevere sovvenzioni dal FMI con cui pagare i suoi debiti ai creditori occidentali finchè l’Ucraina è in guerra. Quindi l’Ucraina dice all’FMI l’opposto: la Russia non ha attaccato l’Ucraina.

I media occidentali non si interessano ai fatti. Bastano le bugie. Solo le bugie.

Il Washington Post, il New York Times, la CNN, Fox “news”, Die Welt, la stampa francese, quella inglese, pregano in coro: “per favore Washington, dacci altre bugie sensazionali da sbandierare. La nostra circolazione ne ha bisogno. Chissenefrega della guerra e della razza umana, se in cambio possiamo avere stabilità finanziaria.”

Justin Raimondo avverte che Washington sta piantando i semi per una Terza Guerra Mondiale.

Paul Craig Roberts è un ex assistente segretario del Tesoro USA e Editore Associato del Wall Street Journal. How the economy was lost è ora disponibile da CounterPunch in formato elettronico. Il suo ultimo libro è How America was lost.

Fonte: w.counterpunch.org  Link

comedonchisciotte.org

http:imolaoggi.it/2014/09/14/avvertimento-al-mondo-la-follia-degli-usa-e-della-nato/

REAZIONE:NON RISPECCHIA LA MIA OPINIONE


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27 APRILE 2016:SUMMIT PEDOFILO

-ATTUALIZAZIONE SU “TOCCA A BARBARIN”

-SU LE MONDE:

Religions
Article sélectionné dans la matinale du 25/04/2016Découvrir l’application
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Pédophilie : le cardinal Barbarin réunit les prêtres lyonnais pour faire le point

Le Monde.fr avec AFP | 25.04.2016 à 05h22,Mis à jour le 25.04.2016 à 09h49

Le cardinal Barbarin lors d'une messe dans la Cathédrale Saint-Jean à Lyon, le 3 avril.
Fragilisé par des affaires de pédophilie et d’agressions sexuelles dans son diocèse de Lyon, qu’on lui reproche de ne pas avoir dénoncées à la justice, le cardinal Barbarin réunit lundi 25 avril les prêtres de l’évêché pour évoquer le sujet et montrer qu’il s’en empare.

Près de 150 prêtres en activité sont attendus dans l’après-midi, à huis clos, dans la chapelle du Centre Valpré d’Ecully, en banlieue lyonnaise. Selon l’invitation qui leur a été adressée, il s’agira de faire le « point sur les affaires en cours », les décisions « déjà prises » et les « orientations nouvelles » en matière de nomination et d’accueil de religieux au sein du diocèse.

Lire la synthèse :   Pédophilie dans le diocèse de Lyon : ce que l’on sait

Cette réunion pourrait surtout mettre en exergue des divergences de vue dans le clergé lyonnais. Car il y a d’un côté les « négationnistes » et de l’autre les « Savonarole », glisse un prêtre sous le couvert de l’anonymat, en référence au prédicateur italien qui dénonçait au XVe siècle la corruption morale des prélats romains.

Les langues se délient

Les victimes, elles, ont voulu s’inviter à cette « réunion d’information et d’échange » aux allures d’opération de communication. L’association La Parole Libérée, qui a permis de mettre au jour les agissements du père Bernard Preynat sur des scouts de la région lyonnaise il y a plus de 25 ans, a envoyé la semaine dernière une lettre aux prêtres du diocèse, leur demandant de se faire « les porte-parole des victimes silencieuses ».

Lire aussi :   Pédophilie : les témoignages se multiplient sur Internet

Le cardinal Barbarin est visé par plusieurs plaintes pour non-dénonciation d’agressions sexuelles, la plupart en marge de l’affaire du père Preynat, mis en examen fin janvier. Cinq autres affaires d’agressions sexuelles ou de pédophilie ayant un lien avec le diocèse de Lyon ont émergé depuis, en cours d’enquête ou déjà jugées dans le passé. Et d’autres cas ont été signalés en Guyane et dans le Loiret, signe que les langues se délient après les révélations lyonnaises.

Le cardinal Barbarin, lui, nie vigoureusement avoir couvert de tels faits. Mais face au scandale, l’Eglise catholique de France, dont la réponse a souvent été jugée trop tiède et les déclarations maladroites, vient d’annoncer une série de mesures, dont la création de cellules d’écoute locales pour les victimes et la mise en place d’une commission d’expertise indépendante pour faire « la lumière » sur la pédophilie dans ses rangs.

Lire aussi :   Pédophilie : les évêques de France s’engagent à faire la lumière sur tous les cas, « même anciens »

http:lemonde.fr/religions/article/2016/04/25/pedophilie-le-cardinal-barbarin-reunit-ses-pretres-pour-faire-le-point_4907922_1653130.html

28 APRILE 2016:ALTRO PRETE PEDOFILO NELLA FRANCIA

-SU LE MONDE:Religions

Un prêtre catholique de Bayonne accusé de faits de pédophilie

LE MONDE | 27.04.2016 à 20h51

Un prêtre, le 24 juin 2006, à la cathédrale Notre-Dame de Paris.
Un prêtre du diocèse de Bayonne (Pyrénées-Atlantiques), mis en cause pour des faits de pédophilie remontant aux années 1990, vient d’être suspendu de toute fonction ecclésiastique, apprend-on, mercredi 27 avril, auprès du parquet de Bayonne.

C’est la mère de l’une des victimes, un adolescent à l’époque, par ailleurs un neveu du prêtre, qui a porté plainte auprès du parquet de Clermont-Ferrand.

L’évêché de Bayonne, dans un communiqué, a confirmé le signalement de l’affaire au parquet.

L’Eglise s’engage à faire « la lumière »

En France, l’Eglise catholique est confrontée à un scandale de pédophilie et d’agressions sexuelles, notamment dans le diocèse de Lyon. Le cardinal Philippe Barbarin, qui a reconnu « des erreurs dans la gestion et la nomination de certains prêtres », est visé par plusieurs plaintes pour non-dénonciation d’agressions sexuelles, la plupart en marge de l’affaire du père Preynat.

Cinq autres affaires d’agressions sexuelles ou de pédophilie ayant un lien avec le diocèse de Lyon ont émergé depuis, en cours d’enquête ou déjà jugées dans le passé. Et d’autres cas ont été signalés en Guyane et dans le Loiret, signe que les langues se délient après les révélations lyonnaises.

M. Barbarin, lui, nie vigoureusement avoir couvert de tels faits. Mais face au scandale, l’Eglise catholique de France, dont la réponse a souvent été jugée trop tiède et les déclarations maladroites, vient d’annoncer une série de mesures, dont la création de cellules d’écoute locales pour les victimes et la mise en place d’une commission d’expertise indépendante pour faire « la lumière » sur la pédophilie dans ses rangs.

Lire aussi :   Pédophilie : les évêques de France s’engagent à faire la lumière sur tous les cas, « même anciens »

Lire aussi :   Pédophilie : les témoignages se multiplient sur Internet

En savoir plus sur http:lemonde.fr/religions/article/2016/04/27/un-pretre-catholique-de-bayonne-accuse-de-faits-de-pedophilie_4909825_1653130.html

29 APRILE 2016:BERLUSCONI,DOPO DI ME IL DILUVIO

-SU CORRIERE DELLA SERA:Dall’Italia

INSOMMA,NON VORREI STARE NELLA SUA PELLE,TUTTO E’ AVVIATO PERCHE PRIMA O POI FACCIA LA STESSA FINE DI BILL CLINTON:PROCESSATO NON PER RAPPORTI SESSUALI IMPROPIE,CON MINORENNI NEL SUO CASO(EXTRAMARITALI NEL CASO DI CLINTON), MA PER BUGGIE,PER MENTIRE ALLA GIUSTIZIA.



30 APRILE 2016:INTERNET DAY,RENZI NON C’E’,OSCURANTISTA

-SU GOOGLE NEWS:

iltirreno.gelocal.it

Renzi non ci sarà, la protesta invece sì – Cronaca – il Tirreno
di Margherita Musumeci

PISA. Oggi è il giorno delle celebrazioni dell’Internet Day. Pisa, da cui avvenne trent’anni fa la prima connessione italiana, sarà al centro dell’attenzione nazionale, con diretta prevista su Ra1. Matteo Renzi però non ci sarà. Ieri balletto di informazioni e controinformazioni sulla presenza del premier al convegno organizzato al Cnr. L’ultime indicazioni da Roma danno Renzi trattenuto nella capitale dall’incontro con il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Niente a che vedere dunque, secondo queste indicazioni, con le annunciate contestazioni.

Ma sono ancora possibili blitz a sorpresa? Nel pomeriggio di ieri in un tweet Renzi ha scritto: «con Riccardo Luna a parlare di #InternetDay domani da Pisa e in altri mille luoghi di Italia». Questo ha rilanciato l’ipotesi di una visita-lampo (nella quale qualcuno spera ancora). Il riferimento però sarebbe ad un intervento video (probabilmente in diretta) di Renzi durante il convegno al Cnr. Un modo per unire le due cose: partecipare comunque al convegno e non saltare chiaramente l’incontro il vice di Obama. Il governo sarà in ogni caso rappresentato dal ministro all’Istruzione e all’Università, Stefania Giannini. E ci sarà anche il presidente della Regione, Enrico Rossi.

«Renzi fa un passo indietro? Noi ci saremo lo stesso». Le decine di sigle sociali, antagoniste, politiche e sindacali che hanno annunciato un’imponente mobilitazione contro «Renzi e le politiche impopolari del suo governo» questa mattina saranno comunque in piazza. Le voci sulla presenza o meno del premier non hanno cambiato i loro programmi. Alle 8.30, dopo il concentramento in piazza XX Settembre, i manifestanti partiranno in corteo alla volta dei laboratori pisani del Cnr. «Le voci di un possibile annullamento della visita del premier dimostrano la debolezza del Pd e del governo, che non vogliono confrontarsi con la popolazione – accusano i promotori della manifestazione -. Noi ci saremo e lo aspetteremo all’interno del Cnr: non cerchiamo disordini con la polizia, ma vogliamo solo parlare con il presidente del consiglio, che deve confrontarsi con la popolazione».

Critiche arrivano anche dalla Flc-Cgil di Pisa. «È l’ennesima campagna promozionale in periodo elettorale – sottolinea il sindacato – in una delle più grandi aree di ricerca del Paese che da otto anni soffre di continui tagli al bilancio e in compenso sforna lavoratori precari che non hanno nessuna speranza di entrare in ruolo. Il Cnr – prosegue la Flc – come tutti gli altri enti pubblici di ricerca, le Università e la scuola, ha subìto dal 2008 una mutilazione dei propri finanziamenti pubblici. Consigliamo al presidente del consiglio un bagno nella realtà, andando magari a pranzare nella mensa del Cnr e di parlare con i dipendenti che rischiano di perdere il posto di lavoro ogni giorno: forse così potrebbe accorgersi che le centinaia di precari che portano avanti la ricerca negli istituti non possono pranzare a mensa, perché non hanno diritto al servizio».

Celebrazioni e critiche s’intrecciano all’indomani del trentesimo anniversario del giorno in cui – 30 aprile 1986 – con

un brevissimo messaggio “login” l’Italia si collegò al web da un laboratorio del Cnuce in via Santa Maria di Pisa ad una stazione Arpanet, progenitore di Internet, in Pennsylvania, Stati Uniti. E un po’ di mondo cambiò.Francesco Loi

Danilo Renzullo

©RIPRODUZIONE RISERVATA

http:iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2016/04/29/news/renzi-non-ci-sara-la-protesta-invece-si-1.13386963

REAZIONE:PAROLE CHIAVE(TAGS)

-COLLEGAMENTO NCR:LA NUOVA ERA NON RICONOSCE E NON DA NESSUN VALORE A QUESTA DATA NE,NATURALMENTE,A QUESTO COLLEGAMENTO TECNOLOGICO.INTERNET COSI COME LO CONOSCIAMO OGGI E’ UNA RETE IMPLEMENTATA IN AMERICA MA IL WEB E’ STATO CREATO DA UN BRITTANICO DEL CENTRO RICERCA EUROPEO.

-JOE BIDEN CONNECTION:INCONCEPIBILE CHE QUANDO IN TUTTO IL PAESE SI CONMEMORA UNA DATA DI QUESTA SIGNIFICAZIONE ,MALGRADO PER ME NON LO SIA,IL PREMIER MANCHI PRESENTARSI FISICAMENTE ALL’APPUNTAMENTO DI MASSA DEGLI ITALIANI PER INCONTRARSI CON IL VICE DI UNA NAZIONE ESTERA.

-OSCURANTISMO RENZI:EVIDENTEMENTE RENZI,CHE HA PATTEGIATO CON LA TELEVISIONE DI BERLUSCONI,NON C’E,NON AMA IL PROGRESSO TECNOLOGICO DELLE TELECOMUNICAZIONI MODERNE,I NUOVI MEDIA.MA IL PROGRESSO TECNOLOGIO DIGITALE E’ VENTUTO PER RESTARE,E’ INARRESTABILE E PRIMA O POI I SUOI CONTRASTATORI RIMARRANNO NELLA PATUMIERA DELLA STORIA.

-APPENDICE:RENZI OSCURANTISTA 2

ansa.it

Internet: Renzi, inaccettabile cittadini serie A e B – Internet e Social
Redazione ANSA

ROMA – “Internet deve creare più democrazia e partecipazione in Italia. Non possiamo permettere che ci siano cittadini di serie A e serie B, sarebbe inaccettabile, quindi dobbiamo dare accesso a chi non ha accesso agli strumenti digitali”. Lo dice il premier Matteo Renzi in collegamento con l’Internet Day di Pisa, parlando degli impegni del governo. “Siamo in presenza di una vera rivoluzione” sul digitale: “L’Italia la vuole vivere e non subire, governare e non seguire. E’ arrivato il momento di rimettersi in prima fila”.

Internet: Renzi, crea lavoro, è sfida senza colore politico
“Con Internet c’è creazione di posti di lavoro. Il mondo della manifattura 4.0 provocherà un cambiamento radicale: lo sta già provocando nei fatti. Finalmente ci sono segnali importanti di crescita dell’occupazione. Ma da qui a dieci anni molti settori saranno travolti dalle nuove tecnologie. E l’Italia deve essere all’avanguardia: non ci accontentiamo aver ridotto la disoccupazione ai minimi negli ultimi quattro anni, ancora non basta”. Lo afferma il presidente del Consiglio Matteo Renzi in collegamento video con l’Internet day di Pisa.

“Internet è uno straordinario strumento che allarga i diritti”, sottolinea Renzi, ricordando l’impegno per il Freedom of information act (Foia). “La prima cosa – aggiunge – è che il governo semplifichi”. Spid, il sistema pubblico d’identità digitale che con un pin unico permette di accedere ai servizi della pubblica amministrazione, “è il primo passo”: “I nostri progetti sono partiti anche se possiamo fare meglio”.

“Anche l’energia – osserva – sarà trasformata dalla tecnologia, come con i nuovi contatori intelligenti di Enel che daranno lavoro a migliaia di elettricisti nei prossimi anni”. “Siamo in presenza – conclude il premier – di una vera rivoluzione e dobbiamo scommettere sul capitale umano. Questa sfida non ha colore politico, anche per questo è incomprensibile la polemica e la contestazione di oggi. Il futuro è di chi arriva prima e lo prende per prima, io voglio che l’Italia sia in prima linea e grazie all’aiuto di tutti ce la faremo”.

Banda larga: Renzi, bando sarà oggi in Cdm
Il bando sulla banda ultra larga “sarà oggi al Cdm, anche se non c’è bisogno di questo passaggio formale. Partiremo dalla banda larga: lo Stato mette i soldi, miliardi di euro. Dopo tante chiacchiere si parte”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi in collegamento video con l’Internet Day di Pisa.

“Ci sono le zone A, B, C e D. Nelle zone A e B non c’è bisogno dei soldi pubblici e gli operatori privati possono portare la banda larga in competizione tra di loro. Le zone C e D sono quelle, utilizzo un gergo giuridico, un pochino più sfigate”, spiega il presidente del Consiglio Matteo Renzi in collegamento video con l’Internet Day di Pisa. L’obiettivo, ricorda Renzi, è arrivare “a 30 megabyte” di banda larga per dare a tutti i comuni un “livello minimo di banda larga ma portare molte realtà a banda ultra larga con 100 mega byte: ‘andare a cento all’ora’, si potrebbe dire. Questo consente di stare in un altro mondo, andare in un’altra direzione”, sottolinea.

Internet: 30 anni;quando Italia disse’Ping’e Usa rispose’Ok’
PISA – Festa a Pisa oggi per i 30 anni di Internet: proprio dalla città toscana, dall’allora Cnuce del Cnr, il 30 aprile del 1986, partì un semplice comando-messaggio: “Ping”. La risposta, immediata da Oltreoceano, da Roaring Creak in Pennsylvania, si rispose con un altrettanto semplicissimo “Ok”.

Fu così che l’Italia si collegò ad Arpanet, la rete statunitense antesignana di Internet. Quella connessione, la prima in Italia, fu la quarta in Europa, dopo quelle stabilite in Inghilterra, Norvegia e Germania. Un anno dopo, l’Italia registrerà il primo dominio ufficiale con suffisso .it: ‘cnuce.cnr.it’.

Il trentennale di quel giorno destinato ad essere storico si celebra si celebra per tutta la giornata a Pisa. Tra i ricordi di quella epopea anche la testimonianza di Domenico Laforenza, direttore dell’Iit-Cnr e responsabile dell’Area Cnr di Pisa “Entrai al Cnuce nel settembre del 1972 come studente lavoratore ai grandi calcolatori. Avevo 20 anni e ho avuto la possibilità di lavorare con persone di altissimo profilo professionale, in un ambiente irripetibile intriso di competenze e entusiasmo. Oggi, con una punta di commozione, posso dire ‘Si, io c’ero!'”.

 http://ansa.it/sito/notizie/tecnologia/internet_social/2016/04/29/internet-renzi-inaccettabile-cittadini-serie-a-e-b_e9452615-0e2b-4915-905d-71bc8159b084.html
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RENZI:RENZI E I SUOI TELEMACO PRETENDONO SUBORDINARE LA TENOLOGIA ALLA POLITICA.QUESTO NON E’ NUOVA ERA CHE HA DEL MONDO UN CONCETTO SCIENTIFICO A SE STANTE,MALGRADO ABBIA ANCHE UN’ESPRESSIONE POLITICA DA QUI BISOGNA DIFFENDERLA COME VIENE DIMOSTRATO DA QUESTA PRETESA MIMETIZAZIONE DI RENZI.
POI SE PENSIAMO A QUESTA VISIONE FILOSOFICAMENTE MANICHEISTA E SEMPLICISTA DA UN GOLPISTA LO SPIRITO OSCURANTISTA DI RENZI E’ PALESE.
ED E’ CONFERMATO DOPO DELLA MANCANZA DI FEDE E FIDUCIA NEL PROGRESSO DELLE SUE PAROLE:”L’ITALIA SARA TRAVOLTA DALLA TECNOLOGIA”,DICE.IL SOLITO TRAINELLO DEGLI OSCURANTISTI NEMICI DELLA SCIENZA.
RENZI INSISTE CON IL DIGITAL DIVIDE:NON E’ VERO,QUESTA E’ UNA VISIONE POLITICO-SOCIALE ECONOMICISTA DELLA TECNOLOGIA PERO SBAGLIATA.IN ITALIA C’E POSSIBILITA DI CONNESIONE OTTIMA PER TUTTI E NELL’INTERO PAESE.LO POSSO DIRE IO CHE HO VIAGGIATO IN EUROPA E AMERICA DA MOLTI ANNI FA.MAGARI CI SARANNO DIFFICOLTA DI COLLEGAMENTO ALLA RETE PER QUALCHE POVERO IMMIGRANTE STRANIERO EMARGINATO E’ IMPREPARATO PER VIVERE IN UN MONDO TECNIFICATO,MA QUESTA E’ UN’ALTRA STORIA,UNA STORIA DI SOTTOSVILUPPO.
RENZI PRESENTA IL  BANDO PER LA BANDA ULTRA LARGA COME UN SUCCESSO:NO,IN ITALIA,PER MANCANZA DI CONCORRENZA(TELECOM HA QUASI MONOPOLIO)E ADEGUAMENTO ALLE REGOLE DEL MERCATO,SOLO SIAMO AL 3G E  A MALAPENA HA INIZIATO AD INSTALLARSI IL 4G CHE LUI CHIAMA “BANDA ULTRALARGA”QUANDO NEL MONDO INDUSTRIALIZATO GIA E’ INSTALLATO IL 5 E PERFINO IL 6G.E’ QUESTO CIO CHE DEVE RISOLVERE IL SOTTOSVILUPPO DI RENZI,VARARE REGOLE VALIDE PER LA CONCORRENZA,ADEGUARSI A QUELLE EUROPEE MAGARI,E DIRE E NON OCULTARE LA VERITA SULLA MANCANZA DI PROGRESSO TENOLOGICO DEL SUO “GOVERNO”.MA…RENZI NON E’ UN NUOVA ERA.
-APPENDICE:MANIFESTAZIONE CONTRO RENZI

-VIDEO 1:RIVOLTOSI ATTACANO LA POLIZIA CHE CARICA


-VIDEO 2:L’INIZIO DELLA CARICA

1 MAGGIO 2016:RENZI IMPAURITO

-SU GOOGLE NEWS:

Blasting News ,Cosenza
Pubblicato il:1 maggio 2016,Pietro Vincenzo Marcianò

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Matteo Renzi a Reggio Calabria, impaurito dalla folla inferocita non si fa vedere

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Il Premier entra al Museo di Reggio Calabria dalla porta di servizio come un clandestino.

Folla in attesa di Matteo Renzi
Folla in attesa di Matteo Renzi

Sono stati spesi dall’Amministrazione comunale di Reggio Calabria migliaia di Euro per tirare a lucido tutta l’area prospiciente il Museo della Magna Grecia. Erano molti anni che Piazza De Nava (ubicata di fronte al Museo Nazionale) versava in uno stato di abbandono tale da essere utilizzata soltanto dai cani randagi.

Un grande e sfarzoso tappeto rosso e un tipico ornamento floreale spiccavano sotto i raggi del sole, posti all’ingresso principale del Museo, in occasione della visita del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del Ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini.

“Sabato mattina – aveva dichiarato Renzi nella sua Enews riferendosi alla sua visita nella città di Reggio Calabria il 30 aprile – sarà una grande festa per la solenne inaugurazione del Museo dei Bronzi di Riace e per la contestuale firma del Patto per Reggio Calabria e del Patto per la Calabria”.
Matteo Renzi ha preferito la porta di servizio

Purtroppo l’impeccabile e costosissimo arredamento a festa dell’area esterna al Museo non è stato visto dal Premier Renzi e dal suo seguito, poiché, essendo tutta la Piazza e le strade circostanti al Museo, colme di gente “inferocita”, composta anche da lavoratori del porto di Gioia Tauro (attualmente in cassa integrazione) e da tutte le categorie sociali al momento in grande difficoltà economiche, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha preferito fare ingresso dalla porta di servizio, spiazzando la folla in attesa già dalle prime ore del mattino e sorprendendo il lungo cordone composto da centinaia di uomini delle forze dell’ordine, in servizio di prevenzione antisommossa.
Per poco non si è rischiato lo scontro

La tanto enfatizzata festa prevista da Matteo Renzi si è trasformata a causa della sua decisione di non farsi vedere dalla folla, in una protesta molto accesa, dai toni quasi minacciosi. In alcuni momenti si è arrivati quasi allo scontro fisico tra alcuni rappresentanti di categoria che volevano entrare al Museo per avere un colloquio con Renzi e un funzionario di polizia della Digos.

Sono state molte le persone presenti, anche autorevoli personaggi della società civile a voler spontaneamente dichiarare tutta la loro disapprovazione per il comportamento di Matteo Renzi. Blastingnews ha raccolto molte dichiarazioni, anche particolarmente colorite all’indirizzo sia di Matteo Renzi, sia del Governatore della regione Mario Oliverio e del Sindaco Giuseppe Falcomatà, i quali, hanno mantenuto: “Un comportamento infame e asociale” – per alcuni- “ indegno e provocatorio” – per altri – “del tutto strafottente e meschino” – per altri ancora.
Gli invitati sono tutti usciti dal retro

Alla fine della cerimonia che si è svolta naturalmente all’interno del salone del Museo, tutte le autorevoli personalità politiche, religiose, militari, e civili, hanno preferito anch’essi uscire alla chetichella e dalla porta di servizio, che si affaccia sulla Via Veneto, alle spalle del Museo.

Più che una grande festa (come annunciato da Matteo Renzi il giorno prima dal suo Enews) la cerimonia per l’inaugurazione del ristrutturato Museo della Magna Grecia è sembrato un esilarante gioco a nascondino, che non ha però divertito per nulla i cittadini.

http:it.blastingnews.com/cosenza/2016/05/matteo-renzi-a-reggio-calabria-impaurito-dalla-folla-inferocita-non-si-fa-vedere-00859127.html

REAZIONE:PATTO PER IL SUD?QUALE SUD?

IL SUD ITALIANO NON C’E’  E RENZI SUSCITA LE STESSE REAZIONI DI SALVINI QUANDO SI SPOSTA DA QUELLE PARTI.CORAGGIO.

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-APPENDICE:DONNA CORAGGIOSA

08/03/2016 – VIDEO
L’occhio di Israele sul Libano del Sud è una soldatessa che ha solo 23 ANNI
(VIDEO NON RIPORTATO)

http:lastampa.it/2016/03/08/multimedia/esteri/locchio-di-israele-sul-libano-del-sud-una-soldatessa-di-anni-rNAaPrhiODTFUtUAKcl6wI/pagina.html

1 MAGGIO 2016:SI AL ANTITERRORISMO,NO AL CYBER-FAR WEST

-SU MICROSOFT NOTIZIE(WINDOWS 10):

Domenica ore 17:27
1 Maggio 2016
News
28/04/2016 17:31 | Tutte | Indietro

TempoReale

Terrorismo: 6 estremisti islamici arrestati in Lombardia. Volevano colpire Roma

Terrorismo: 6 estremisti islamici arrestati in Lombardia. Volevano colpire Roma

Stavano pianificando un attentato a Roma. Li hanno fermati alle prime ore di questa mattina, quando, in diverse province della Lombardia e del Piemonte, è scattata una vasta operazione antiterrorismo condotta congiuntamente dagli operatori della Polizia di Stato di Lecco, Varese, Milano – supportate dal Servizio Centrale Antiterrorismo della Dcpp/Ucigos – e dal Ros Carabinieri supportato dai comandi territorialmente competenti nei confronti di 6 estremisti islamici destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Milano per il reato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale.
I quattro arrestati nell’operazione antiterrorismo in Lombardia sono tutti nati in Marocco ma da anni in Italia. Si tratta di Abderrahim Moutaharrik, 24 anni, residente a Lecco, pugile di boxe thailandese, fermato con la moglie Salma Bencharki, di 26 anni. Gli altri due sono Abderrahmane Khachia, 33 anni, residente a Brunello (Varese), fratello di un foeign fighter, già morto in Siria, e Wafa Koraichi, 24 anni, residente a Baveno in provincia di Verbania, fratello di Mohamed Koraichi, 31 anni  residente a Bulciago in provincia di Lecco già in Siria con la moglie Alice Brignoli, 39 anni, entrambi destinatari di un’ordine di custodia cautelare in carcere ma latitanti.
Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale di Milano d’intesa con la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, hanno documentato l’intenzione della coppia residente in provincia di Lecco di raggiungere a breve il teatro di conflitto siro-iracheno, portando con loro i figli di 4 e 2 anni, per unirsi alle milizie dello Stato Islamico. Alla coppia si sarebbe dovuto unire il 33enne marocchino residente in provincia di Varese, fratello di un foreign fighter espulso dal nostro paese nel gennaio 2015 con provvedimento emesso dal ministro dell’Interno per motivi di terrorismo.
Gli aspiranti combattenti erano in contatto con Mohamed Koraichi e Alice Brignoli partiti verso la regione siro-irachena nel febbraio 2015,anch’essi raggiunti dall’odierno provvedimento cautelare cosi come una loro prossima congiunta adoperatasi per metterli in contatto gli aspiranti combattenti. In particolare, la coppia di marocchini con cittadinanza italiana residente a Lecco arrestata oggi  sarebbe stata in contatto con Alice Brignoli e il marito Mohamed Koraichi, i due giovani sposi di Bulciago (Lecco) convertiti all’Islam che si troverebbero già in Siria. La loro vicenda era diventata nota alle cronache, dopo che la madre della ragazza ne aveva denunciato prima la sparizione assieme ai tre figli maschi piccoli e poi l’arruolamento nelle milizie dell’Isis. Anche Brignoli e Koraichi, latitanti, sono destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Manuela Cannavale e richiesta dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Francesco Cajani ed Enrico Pavone.
Gli arrestati stavano pianificando un attentato a Roma. E’ quanto ha spiegato il Pm di Milano titolare dell’inchiesta sulla cellula terroristica islamica individuata in Lombardia. In particolare Koraichi, dalla Siria lo avrebbe esplicitamente chiesto a uno degli arrestati.  “Il profilo di novità – ha detto il magistrato – è che non si tratta di una indicazione generica. Una persona specifica viene invitata a procedere in territorio italiano. E in particolare viene indicata la città di Roma come luogo di riferimento dei cristiani”. Il Pm Maurizio Romanelli parla esplicitamente di un “salto di qualita’” nel parlare esplicitamente di attentati in Italia. “Non si tratta di un generico proclama ma di un messaggio individualizzato”. Dalla Siria, il latitante, non avrebbe fatto espressamente riferimento a Roma “bisogna gire con qualunque mezzo in qualunque luogo” ma parlava comunque di “colpire nella stato Italiano” con riferimento alla “cristianita’” e quindi molto probabilmente alla capitale in occasione del giubileo. L’ordine di colpire l’Italia sarebbe arrrivato da uno sceicco o emiro, non meglio identificato, che parlava un arabo “dotto”. L’ordine sarebbe stato impartito attraverso una ‘poesia – bomba’ inviata in un file registrato su whatsapp ad Abderrhaim Moutharrik, il marocchino residente a Lecco e campione di kickboxing arrestato insieme alla moglie con l’accusa di terrorismo internazionale. A farsi portatore del messaggio è stato Mohamed Koraichi, altro marocchino residente a Bulciago, nel Lecchese, partito a gennaio 2015 per la Siria insieme alla moglie Alice Brugnoli, 39enne italiana convertita all’Islam radicale con il nome di Aisha. “Caro fratello Abderrahim, ti mando il poema bomba, ascolta lo sceicco e colpisci nel paese in cui ti trovi”. Stando a quanto è emerso dalle indagini, Koraichi, esaltato dallo sceicco come “leone combattente”, era pronto al martirio. Prima, però, hanno spiegato gli inquirenti, voleva raggiungere la Siria per sistemare moglie e figli.
Dall’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip di Milano, Manuela Cannavale, emerge che nel ‘mirino’ della cellula dell’Isis scoperta in Lombardia, vi sarebbe stata l’ambasciata d’Israele a Roma. In un’intercettazione Abderrahim Moutarrick parla con Abderrahmane Khachia che dice: “…Dio ci ha svegliati e ci ha messo in questi tempi, tempi di divertimento ad uccidere” e l’altro replica: “Una volta mi sono alzato e messo a progettare… Ho detto che volgio picchiare (inteso come colpire e far esplodere) Israele a Roma”. “L’ambasciata…e sono andato da un ragazzo albanese a Varese e gli ho detto di procurarmi una pistola, la volevo comprare e forse lui si è insospettito di me e mi ha girato le spalle”.
Agli atti dell’inchiesta milanese anche una fotografia su Whatsapp in cui i figli di Mohamed Koraichi, partito da Bulciago per la Siria dove si è arruolato nelle file dell’Isis, vengono immortalati mentre inneggiano al martirio col dito puntato verso il Paradiso. La foto è quella del profilo Whatsapp di Koraichi. I bambini raffigurati sono i tre figli avuti da Brignoli e uno nato invece dalla relazione in Siria con la vedova di un martire. “E’ un’immagine che ci preoccupa – ha detto il generale Giuseppe Governale, comandate dei Ros – perché questi bambini così indottrinati potrebbero essere domani i protagonisti del terrore. Quello che inquieta è l’immagine di 4 bambini in tuta da combattimento, una sorta di ‘cantera’ mutuando un termine calcistico, che allarma”.
“Operazione stamani anti estremisti al nord molto importante. Complimenti a ministro, intelligence, inquirenti e forze ordine #tuttiinsieme”, così il premier Matteo Renzi, su twitter.

Alfano: c’era serio intento di colpire in Italia

“Abbiamo una serie di evidenze investigative che vi era un serio intento di colpire l’Italia”. Lo ha detto a Sky TG24 HD il ministro dell’Interno Angelino Alfano, in merito all’operazione antiterrorismo che ha portato all’arresto di presunti terroristi islamici. “Non erano già – ha spiegato il ministro – alla predisposizione materiale dell’attentato, ma vi era una decisione o comunque una volontà accentuata di procedere. Avevano contatti in Siria. E’ stata un’azione che abbiamo potuto portare a compimento perché ci abbiamo lavorato per mesi e abbiamo saputo sviluppare le prime notizie che abbiamo avuto. Il senso è che l’Italia non è un paese a rischio zero, ma il sistema d’intelligence, informativo e investigativo funziona”.

http:italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201604280934069323&chkAgenzie=ITALIAOGGI&titolo=Terrorismo:6estremisti islamici arrestati in Lombardia.Volevano colpire Roma

REAZIONE:”Il senso è che l’Italia non è un paese a rischio zero, ma il sistema d’intelligence, informativo e investigativo funziona”:BENE MINISTRO,ERA ORA DI UNA AZIONE CONCRETA ANTITERRORISTA DOPO LE CLAMOROSE OMMISIONI DI RENZI NEGLI ATTENTATI DI PARIGGI,BRUXELLES E ALTRE.NESSUNO VUOLE DUBITARE DELLA SINCERA FEDE DEL GOVERNO NEL COMBATTERE IL TERRORISMO MA……VI E’ ALCUN BISOGNO DI CHIARIRE CHE ERANO PRONTI A COLPIRE L’ITALIA?A CHIARIRE CHE IL SISTEMA D’INTELLIGENZE FUNZIONA?

FATTO E’ CHE DALLE SUE PAROLE MINISTRO RESTA CHIARO QUELLO CHE LA GRANDE STAMPA ITALIANA NON HA MAI FATTO CAPIRE CHIARO,E CIO’E’ CHE IN ITALIA FINO AD OGGI NON VI E’ MAI STATO UNA GRANDE AZIONE TERRORISTICA DI MATRICE ISLAMICA CONCRETA.BENE PER L’EFFICENZA MINISTRO,SIAMO LIETI CHE L’ITALIA SIA PIU EFFICENTE CHE LA FRANCIA,IL BELGIO,LA GRAN BRETAGNA,LA SPAGNA,GLI STATI UNITI E COSI VIA.

SEMBRA PERO CHE SIA DOVUTO MEDIARE LA CIRCOSTANZA DI TROVARSI IL VICE USA JOE BIDEN PRESENTE IN ITALIA E FOSSE PRIMO MAGGIO PERCHE RENZI SI SPENDESSI CON UN TWEET PER UNA DECISA LA LOTTA ANTITERRORISTICA,E’ LA PRIMA VOLTA CHE LO FA.

PERO QUESTO SI VA DETTO:SI FA UN GRANDE MIX FRA LOTTA ANTITERRORISTICA E ANTIMAFIA(E…..SE DI CRIMINALITA SI TRATTA IN ITALIA O OVUNQUE LA SICILIA NON DEVE ESSERE ESTRANEA),FRA VITTIME CRISTIANE,CATTOLICI E ROMANE MA DI CONCRETO CHE CHE I TERRORISTI  VOLEVANO COLPIRE L’AMBASCIATA ISRAELIANA E NON ROMA,NE I CIRSTIANI NE I CATTOLICI.E RESTA POCO CHIARO I MANDANTI AVVOLTI NEL INESPECIFICO MISTERO SU CHE ERANO ISLAMICI E SIRIANI,NULLA DI PIU CONCRETO.

INSOMMA VENIAMO AL DUNQUE:BENE CHE TUTTE QUESTE CIRCOSTANZE SIANO MEDIATI PERCHE IN ITALIA CI FOSSE UNA CONCRETA AZIONE ANTITERRORISTICA MA QUESTA SEMBRA SIA PIU TOSTO UNA OPERAZIONE POLITICO-LETTERARIA-GIORNALISTICA:RIPETO CIO CHE HO DETTO NELLA MISSE IN ESCENE DI HOLLANDE E L’UE ALLA CATTURA DI ABEL ADEESALAHM NEL QUARTIERE MOLLENBEECK IN BELGIO(ORA ESTRADATO IN FRANCIA)E LA MORTE DI BIN LADEN NEL DIPARTIMENTO DI STATO,LA LOTTA AL TERRORISMO NON DEVE ESSERE UN FATTO DI CRONACA POLIZIALE  MA UN ATTO DI GUERRA,DELLA GUERRA CHE IL MEDIOEVO HA DICHIARATO ALL’OCCIDENTE MODERNO.E CI VOGLIONO BANDI DI GUERRA E NON OPERAZIONI CYBER-POLITICO-PROPAGANDISTICI AL MIGLIORE STILE HOLLYWOODIANI DEI FILM DI JHON WAYNNE,L’EUROPA NON E’ IL FAR WEST:MANCANO I MANDANTTI CONCRETI.


-APPENDICE:TITOLARE LA REPUBBLICA(1/5/2016):

Le ultime ore di Bin Laden in 40 immagini 5 anni fa la morte del leader di al Qaeda
Di spalle il presidente Obama nella Situation Room
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Le ultime ore di Bin Laden in 40 IMMAGINI
5 anni fa la morte del leader di al Qaeda
Video La ricostruzione: dal blitz ai festeggiamenti
Video Obama omaggia i Navy Seals / La notizia sui siti
L’ultimo audio del terrorista/ Quando si rivedeva in tv